Nuovi spazi di comunicazione ambientale

La comunicazione ambientale, fino a pochi mesi fa, ha potuto declinare la sua caratteristica peculiare, la partecipazione, attraverso il coinvolgimento one-to-one e one-to-many, basato sulla dimensione esperienziale e sul contatto diretto. Oggi, in osservanza del distanziamento “sociale” o “personale” e dell’impossibilità di creare spazi e momenti aggregativi non è più pensabile creare partecipazione con le dinamiche del passato. La comunicazione ambientale è costretta a rinnovarsi trovando nuove opportunità, pur nel disagio che si sta vivendo.

La comunicazione ambientale: cos’è?

La comunicazione ambientale è prima di tutto una comunicazione di pubblica utilità orientata al cambiamento e alla tutela del bene comune che si fonda su tre principi fondamentali:

  • è una comunicazione di servizio
  • promuove cambiamenti sociali nell’interesse della collettività
  • contribuisce a stimolare la partecipazione e il coinvolgimento dei cittadini

Aspetto fondamentale della comunicazione ambientale è la partecipazione attiva di tutti i portatori d’interesse coinvolti nel processo comunicativo (target, stakeholder, beneficiari, ecc.) funzionale al cambiamento verso azioni di maggior tutela dell’ambiente o verso azioni “virtuose” nel rispetto dell’ecosistema.

Creare nuovi spazi

Con il #metodoconfini creiamo nuovi spazi integrando più strumenti per rendere efficace la comunicazione ambientale, anche in questo nuovo contesto complicato e fragile. Cerchiamo un bilanciamento fra i bisogni dei destinatari e gli obiettivi della comunicazione, rimanendo nel perimetro delle nuove regole di convivenza in epoca Covid. Le nostre parole chiave? Coinvolgere, responsabilizzare, motivare.

Le campagne integrate

Creiamo le nostre campagne integrate in tre step di lavoro, che corrispondono a tre livelli o momenti di coinvolgimento.

1° passo: coinvolgere (co-progettare)

  • per coinvolgere i destinatari facciamo leva sulla partecipazione delle Istituzioni pubbliche presenti nei territori destinatari del progetto di comunicazione. Dedichiamo la prima parte della campagna a condividere il progetto, gli obiettivi e gli strumenti, attivando un dialogo e raccogliendo feedback per migliorare il progetto

2° passo: responsabilizzare

  • per responsabilizzare i nostri interlocutori, diamo loro un ruolo attivo nel progetto. Le Istituzioni pubbliche sono i soggetti più vicini al cittadino, più autorevoli, più forti nel diffondere un messaggio. Per mettere i nostri interlocutori nelle condizioni di supportare il progetto, condividiamo un “kit strumenti” e un piano d’azione da portare avanti insieme, nelle modalità di svolgimento e nei tempi. Il “kit strumenti” è in parte “tradizionale”, in parte “digitale”: perché l’innovazione, secondo il #metodoconfini, è arrivare a tutti, non lasciare nessuno escluso da un progetto di comunicazione ambientale che vuole essere di pubblica utilità. Strutturiamo il kit strumenti in modo integrato, in due aree interdipendenti che funzionano soltanto se si accompagnano l’una con l’altra:
    • area digitale: è composta da materiali audiovideo e grafici da diffondere attraverso i siti web e i social media
    • area tradizionale: è composta da materiali cartacei da veicolare tramite gli sportelli pubblici e i giornali, o da recapitare direttamente nella buca delle lettere dei cittadini

Il kit strumenti viene accompagnato da un’attività di ufficio stampa che, a seconda del canale di trasmissione del messaggio, modula le notizie. L’ufficio stampa declina il proprio linguaggio a seconda che scriva su un social media, o per un giornale locale, o per un giornale web, o per un’associazione, oppure ancora per il sito web di un’Istituzione pubblica.

3° passo: motivare

  • per motivare i cittadini ad adottare specifici comportamenti sostenibili nella loro quotidianità, ad aderire a un’iniziativa formativa oppure a cambiare alcune delle loro abitudini (ad esempio, per ridurre i rifiuti che produciamo è necessario cambiare i nostri comportamenti nell’acquisto dei beni), facciamo leva sulla “spinta gentile” (nudge). Attraverso il nostro lavoro di progettazione, invitiamo “dolcemente” le persone a modificare in meglio il comportamento, senza restringere la loro libertà o modificare i loro incentivi. Progettiamo semplificando l’informazione e adottando un linguaggio semplice, chiaro, comprensibile e facilmente fruibile (oltre che condiviso tra gli operatori dell’informazione), lavorando sugli gli effetti cornice (framing), ed enfatizzando su reazioni emotive o norme sociali.

Il cambiamento è un’opportunità nuova di condivisione

Oggi il cambiamento passa attraverso un contesto inaspettato e complicato, perché limita la nostra dimensione sociale e ci impone di trovare nuove strade per dare risposte a problemi ambientali sempre più concreti e urgenti. Con il #metodoconfini vogliamo creare nuovi spazi e nuove situazioni per “mettere in comune”, per stimolare l’empowerment individuale, collettivo e sociale. Vogliamo incontrarci ai Confini: il nostro nuovo spazio di condivisione.

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