Agenda 2030: il percorso delle imprese

Nel suo libro “Sostenibilità e comunicazione non convenzionale”, Rossella Sobrero scrive che «Alle imprese viene chiesto di essere coerenti. La coerenza è una condizione necessaria per mantenere il rapporto di fiducia con gli stakeholder. Anche per questo l’organizzazione deve essere attenta che ci sia sempre equilibrio tra quanto dichiarato e quanto realizzato: un intervento sbagliato o una promessa non mantenuta possono mettere in discussione la fiducia faticosamente costruita con conseguenze negative anche sul piano economico oltre che sociale». Con queste parole, l’autrice ci offre molti spunti di riflessione per dialogare con le imprese che intraprendono un percorso verso la sostenibilità insieme a noi.

Perché, se è ormai dimostrato che la sostenibilità in azienda porta opportunità e vantaggi, è altrettanto vero che il progetto che si costruisce insieme all’azienda, per alimentare l‘apporto che essa può dare al raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030, deve essere credibile e autentico.

Cos’è la sostenibilità per un’impresa?

La sostenibilità per un’impresa è l’inizio di un percorso, anche un processo di cambiamento, e soprattutto un processo condiviso e costruito insieme per trovare nuove strade di sviluppo che tengano conto dell’impatto, oltre che economico, sulle persone e sull’ambiente.

Lavorare sulla sostenibilità per un’impresa significa influenzare il paradigma culturale che permea tutte le persone che la vivono, dentro e fuori. Dal personale ai soci, dai fornitori ai clienti, dalla realtà territoriale a quella associativa, la sostenibilità è un percorso che non può lasciare fuori nessuno.

Sostenibilità per un’impresa significa essere consapevole che ogni scelta presa per soddisfare un’esigenza presente, comporta degli effetti nel futuro. Significa quindi misurare l’impatto delle proprie scelte e dei propri stili di vita quotidiani. 

Alla base della sostenibilità

Alla base di tutto c’è l’awareness. Non la tecnologia, non gli strumenti (che saranno comunque utili, in un secondo momento), ma la consapevolezza di dove si vuole andare e di quello che si può fare.

Come scriveva il rapporto “Our Common Future” pubblicato nel 1987 dalla Commissione Bruntland del Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente, «Lo sviluppo sostenibile, lungi dall’essere una definitiva condizione di armonia, è piuttosto processo di cambiamento tale per cui lo sfruttamento delle risorse, la direzione degli investimenti, l’orientamento dello sviluppo tecnologico e i cambiamenti istituzionali siano resi coerenti con i bisogni futuri oltre che con gli attuali».

Come definire il processo 

Con il #metodoconfini, prima di affrontare ogni aspetto tecnico od organizzativo o di investimenti, lavoriamo sulla ricerca dell’identità sostenibile d’impresa, che definisce il modello dell’agire e attraverso la costruzione e la condivisione del proprio senso di scopo. Nell’identità sostenibile di un’impresa sta la consapevolezza della direzione che si sceglie di intraprendere: da questa presa di coscienza scaturiscono gli obiettivi strategici, grazie ai quali è possibile progettare l’agire.

L’alfabeto della sostenibilità

Lavoriamo sulla conoscenza delle parole della sostenibilità, sulla storia, sul vocabolario del passato e su quello del futuro. Lavorare sulle parole significa scoprirne il significato e far sì che le persone riconoscano nelle parole e nella storia non tanto la forma di ciò che stanno cercando, ma dove poterlo trovare. È il momento in cui, tra migliaia di parole legate alla sostenibilità, l’impresa sceglie di assumere la propria identità sostenibile.

La condivisione

Il percorso verso la sostenibilità passa attraverso la gestione del sistema di relazioni con i diversi stakeholder, interni ed esterni, e il loro massimo coinvolgimento nei processi della valutazione d’impatto. L’impresa, infatti, è «un insieme complesso di relazioni tra gruppi di interesse con obiettivi diversi, ognuno dei quali contribuisce alla sua performance e si aspetta benefici (o almeno di non essere danneggiato senza indennizzo) come risultato dell’attività aziendale» (D’Orazio, 2004). La condivisione passa prima di tutto dalla mappatura degli stakeholder, in secondo luogo dall’ascolto (con strumenti diversi), in terzo luogo dal feedback. L’engagement accompagna nel processo di cambiamento attivando il confronto tra le persone e le organizzazioni, stimolandole a condividere i propri valori.

Le scelte

La consapevolezza di sé, il coinvolgimento dei propri stakeholder e la progettazione degli obiettivi di impatto, portano l’impresa a fare delle scelte concrete, di cui è convinta, rispondendo in modo proattivo alle sfide comuni rappresentate dai 17 obiettivi dell’Agenda 2030. L’impresa agisce non “per uno scopo” (subito dal condizionamento esterno, socialmente riconosciuto, reputazionale), ma per il “proprio scopo” (scelto in coerenza con la propria identità, progettato e condiviso, socialmente riconosciuto, reputazionale, opportuno, vantaggioso).

È a questo punto che l’azienda è in grado di mettersi disposizione della società responsabilmente facendo la propria parte nella costruzione di un mondo più sostenibile, con una visione chiara e con l’energia per rimanere focalizzata sul perché e sul come muoversi in una determinata direzione.

Il quadro di riferimento

Oggi l’Agenda 2030 è l’universo di riferimento non solo per le Istituzioni, ma anche per le imprese che si impegnano per la sostenibilità dal punto di vista dei contenuti, del monitoraggio, della misurazione, in riferimento agli obiettivi. Il raggiungimento degli SDGs prevede infatti un forte coinvolgimento di tutte le componenti della società, dalle imprese al settore pubblico, la società civile, le università e i centri di ricerca, gli operatori dell’informazione e della cultura.

La sostenibilità per un’impresa è la capacità di svolgere il proprio business minimizzando gli impatti negativi sull’ambiente e sulla società, (pre)occupandosi di questioni di natura sociale ed etica nell’ambito della propria attività.