Identità Sostenibile con il #metodoconfini

La sostenibilità in azienda porta opportunità, vantaggi, benefici. È una frase che ascoltiamo spesso e che condividiamo, ma che va interpretata e contestualizzata. La sostenibilità per un’impresa, infatti, non è un punto di arrivo, ma assume diversi significati:

  • è l’inizio di un percorso
  • è un processo di cambiamento
  • è un processo condiviso e costruito insieme per trovare nuove strade di sviluppo che tengano conto dell’impatto, oltre che economico, sulle persone e sull’ambiente
  • è una svolta nel paradigma culturale che permea tutte le persone che vivono l’azienda, dentro e fuori. Dal personale ai soci, dai fornitori ai clienti, dalla realtà territoriale a quella associativa, la sostenibilità è un percorso che non lascia fuori nessuno.

«Lo sviluppo sostenibile, lungi dall’essere una definitiva condizione di armonia, è piuttosto processo di cambiamento tale per cui lo sfruttamento delle risorse, la direzione degli investimenti, l’orientamento dello sviluppo tecnologico e i cambiamenti istituzionali siano resi coerenti con i bisogni futuri oltre che con gli attuali», così scriveva il rapporto “Our Common Future” pubblicato nel 1987 dalla Commissione mondiale per l’ambiente e lo sviluppo (Commissione Bruntland) del Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente

Vi raccontiamo come, con il #metodoconfini, definiamo con le imprese il processo di cambiamento verso la sostenibilità.

L’identità sostenibile di un’impresa

Prima di affrontare ogni aspetto tecnico od organizzativo o di investimenti, lavoriamo sulla ricerca dell’identità sostenibile. Perché è nell’identità d’impresa che si definisce il modello dell’agire e che si costruisce e condivide il proprio senso di scopo. Nell’identità sostenibile di un’impresa sta la consapevolezza della direzione che si sceglie di intraprendere: da questa presa di coscienza scaturiscono gli obiettivi strategici, grazie ai quali è possibile progettare l’agire.

Il vocabolario

Da dove iniziare? Dall’alfabetizzazione. Come scriveva Albert Camus, “nominare in maniera corretta le cose è un modo per tentare di diminuire la sofferenza e il disordine che ci sono nel mondo”. È il nostro punto di partenza: nominare la realtà per sottrarsi alla confusione. Lavoriamo sulla conoscenza delle parole della sostenibilità, sulla storia, sul vocabolario del passato e su quello del futuro. Immaginate di trovarvi di fronte a mille possibilità senza sapere quale scegliere e a quale scopo. Lavorare sulle parole per noi significa riempirle di significato e far sì che le persone riconoscano nelle parole e nella storia non tanto la forma di ciò che stanno cercando, ma dove poterlo trovare. È il momento in cui, tra migliaia di parole legate alla sostenibilità, l’impresa sceglie di assumere la propria identità sostenibile.

Il confronto

Altro passo imprescindibile per definire l’identità sostenibile di un’impresa è il confronto nella condivisione. La formazione è la chiave per rendere possibile questo percorso per le organizzazioni che scelgono di crescere e migliorare. Perché accompagna nel processo di cambiamento attivando il confronto tra le persone, stimolandole a condividere i propri valori e quelli dell’organizzazione di cui fanno parte; perché guida nell’immaginazione e nella progettazione del futuro.

I passi

Se si sceglie di compiere dei passi verso la sostenibilità, è bene caricare le provviste, portare con sé le mappe, individuare la direzione, conoscere le indicazioni, definire le mete e anche i porti. Nello zaino mettiamo “quello che si vede” (la nostra cassetta degli attrezzi) ma anche “quello che non si vede” (la nostra consapevolezza e senso di scopo): è tutto ciò che ci serve. Ulisse ci insegna che viaggiare significa avere una meta ben chiara in testa, non importa quanto tempo ci vorrà per raggiungerla, non smettendo mai di fare e disfare il nostro bagaglio interiore. Solo così potremo sostenere il peso dello zaino sulle spalle, e anche sbarazzarci di quello che non ci serve.

Il senso di consapevolezza di sé in un contesto di cambiamento verso la sostenibilità, porta un’impresa a fare delle scelte concrete, di cui è convinta, rispondendo in modo proattivo alle sfide comuni rappresentate dai 17 obiettivi dell’Agenda 2030. L’impresa agisce non “per uno scopo” (subito dal condizionamento esterno, socialmente riconosciuto, reputazionale), ma per il “proprio scopo” (scelto in coerenza con la propria identità, progettato e condiviso, socialmente riconosciuto, reputazionale, opportuno, vantaggioso).

È a questo punto che l’azienda è in grado di mettersi disposizione responsabilmente facendo la propria parte nella costruzione di un mondo più sostenibile, con una visione chiara e con l’energia per rimanere focalizzata sul perché e sul come muoversi in una determinata direzione.

Fonti:

Report of the World Commission on Environment and Development “Our Common Future”, United Nations 1987.

“Alla fonte delle parole”, Andrea Marcolongo, Ed. Mondadori 2019.

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