“Ci vogliono sei secondi per gestire la rabbia. Ci vogliono sei secondi per gestire la felicità”
Nelle società che gestiscono il servizio di Igiene Urbana, pubbliche o private che siano, la figura dell’operatore è centrale. L’operatore è la prima interfaccia col cittadino, l’operatore “è” l’azienda sul territorio, l’operatore è in prima linea rispetto a comunicazione e relazione. Forse ancor più dell’operatore che si occupa della raccolta dei rifiuti, lo è l’operatore che gestisce i Centri di Raccolta Comunali o Intercomunali: aree dove il cittadino e alcune imprese possono portare i propri rifiuti, differenziati. Aree che normalmente si trovano in zone periferiche delle città, e che spesso sono poco accoglienti dal punto di vista “estetico”: qui il cittadino può portare quello che con la raccolta “porta a porta” o stradale non viene ritirato. Il cittadino arriva in automobile, con un unico obiettivo: liberarsi il prima possibile di quanto ha infilato nel baule.
Spesso l’operatore viene percepito come “un ostacolo” per il raggiungimento di questo obiettivo; altre volte un supporto utile per fare bene la raccolta differenziata; altre ancora una “valvola di sfogo”. In ogni caso, le discussioni tra cittadino e operatore sono all’ordine del giorno. Perché, quando va al Centro di Raccolta, il cittadino porta con sé non solo i suoi rifiuti, ma anche il suo carico emotivo, le sue frustrazioni, a volte la sua rabbia contro il sistema. E l’operatore informa, consiglia, contiene, guida.
Il ruolo dell’operatore è centrale e delicato e per questa ragione, oltre alle competenze tecniche e alla conoscenza del regolamento dell’area per la gestione dei rifiuti, ha bisogno di lavorare sulle sue competenze comunicative e relazionali, di allenare l’intelligenza emotiva e quindi di imparare a gestire le proprie emozioni.
Attualmente stiamo lavorando con gli operatori addetti ai Centri di Raccolta di una società pubblica di Igiene Urbana piemontese: è un lavoro complesso ma straordinario, in cui lavoriamo insieme al gruppo e singolarmente, con l’obiettivo di allenare le competenze socio emotive, di approfondire il modo in cui tendiamo a prendere decisioni e ci motiviamo. Il percorso ci porterà, a breve, ad approfondire i “brains per la comunicazione”, con l’obiettivo di crescere nella condivisione e nella reciproca comprensione. Rifletteremo sulle ricadute comunicative del nostro allenamento dell’Intelligenza Emotiva, rispondendo a domande concrete e utili nell’attività lavorativa quotidiana (utilizzando come riferimento e guida le 3 aree indicate dal modello Six Seconds):
- Percezione: come potresti avere un quadro più completo di una situazione quando comunichi?
- Valutazione: come puoi essere più efficace nella tua comunicazione?
- Azione: come ti senti quando comunichi con qualcuno che è “oltre il tuo confine”? E viceversa? Come puoi bilanciare queste due prospettive?
Impareremo a conoscere le emozioni come segnali valutabili che ci aiutano a sopravvivere e crescere: nel momento in cui impariamo ad usarle, le emozioni ci aiutano a prendere decisioni più efficaci, connetterci con gli altri, trovare e seguire strategie oltre che fare una vita più emotivamente consapevole. Le emozioni sono parte della nostra natura, ci aiutano a regolare la nostra mente e il nostro corpo, aiutandoci a far fronte alle complessità di prendere decisioni e interagire con le persone. Nonostante alcune volte possano confondere, le emozioni sono parte di noi, quindi è utile imparare ad utilizzarle al meglio.
Il nostro percorso formativo con gli addetti ai Centri di Raccolta permetterà loro di conoscere lo stile del proprio cervello, per migliorare la gestione delle emozioni e di conseguenza la comunicazione, con ricadute positive non solo per i diretti beneficiari del percorso, ma anche per la Società pubblica, e quindi per i cittadini.
Scopri le nostre proposte formative con questo breve video